4 Pilastri di Paolo Coletti: Riassunto + Strategie Operative

Cosa è e come funziona la strategia dei 4 Pilastri di Paolo Coletti? Come applicarla? Quali strumenti utilizzare?

Ti piacerebbe vero un bel riassunto pronto della teoria dei 4 Pilastri di Paolo Coletti?

Bene, allora questa è l’analisi che fa al caso tuo!

Qui troverai:

  • un riassunto della teoria dei 4 pilastri
  • a cosa serve ciascun pilastro
  • quali strumenti utilizzare costruire ciascun pilastro
  • come implementare questa strategia Goal-Based

Iniziamo subito dal primo pilastro.

PilastroFunzioneObiettivoStrumenti Consigliati
1° PilastroLiquiditàSpese quotidianeConto corrente
2° Pilastro Fondo di EmergenzaSpese imprevisteConto deposito svincolabileETF Monetari
3° Pilastro:Spese PrevedibiliFinanziare spese pianificate nei prossimi 10 anniObbligazioni, conti deposito
4° PilastroInvestimenti a lungo termineMassimizzare il rendimento a lungo termine (+10 anni)ETF azionariAzioni singoleETF Obbligazionari

Primo Pilastro: la Liquidità

Questo è un pilastro fondamentale.

Nessuno può fare a meno di un po’ di liquidità (denaro pronto da spendere).

La liquidità serve per coprire le spese quotidiane come:

  • l’affitto o il mutuo
  • le bollette
  • costi per i trasporti e auto
  • palestra
  • cibo
  • vacanze
  • ristoranti
  • tempo libero
  • shopping
  • ecc…

Insomma, tutte le spese che caratterizzano la tua vita quotidiana e delle persone a tuo carico, nel caso tu ne abbia.

Quanto denaro tenere nel Primo Pilastro?

Quante mensilità di spese coprire?

Secondo Coletti, col Primo Pilastro dovresti coprire almeno 3 mesi di spese quotidiane.

Questo richiede che tu sappia più o meno già quanto spendi al mese. Se ancora non lo sai ti invito a valutare i diversi metodi di tracciamento in questa analisi:

Come fare un BUDGET PERSONALE | Template + Guida 

Dove mettere il Primo Pilastro?

Questi soldi devono essere facilmente accessibili in qualunque momento. Per questo lo strumento migliore da utilizzare per gestire la liquidità è il conto corrente.

Errori da evitare

  • Non pianificare bene le spese e ritrovarti improvvisamente con meno soldi di quanti te ne servirebbero.
  • Avere troppa liquidità, al contrario, potrebbe farti perdere l’opportunità di generare una rendita dalla liquidità extra.
  • Investire la liquidità in strumenti rischiosi (col rischio di perdere parte della somma disponibile) o poco liquidi (col rischio di non avere il tempo materiale per avere i soldi a disposizione in caso di necessità)

Secondo Pilastro: il Fondo di Emergenza

auto usata da riparare

Il fondo di emergenza serve a fare fronte a eventi che non fanno parte della vita quotidiana.
Pagare il bollo, le vacanze, il mobile di design, ecc… non fanno parte del fondo di emergenza perché sono spese prevedibili, e quindi andrebbero messe nel Primo o nel Terzo Pilastro.

Secondo Coletti, il Secondo Pilastro è dedicato solamente alle spese imprevedibili e inevitabili come:

  • una spesa medica inaspettata
  • la rottura dell’auto
  • spese improvvise per la riparazione della casa
  • spese impreviste legate alla propria attività

L’obiettivo del secondo pilastro quindi è riuscire a fare fronte a grosse spese senza dover ricorrere a prestiti e senza dover vendere gli investimenti (costringendoti per esempio a vendere nel momento sbagliato).

Quanto denaro tenere nel Secondo Pilastro?

Come regola generale considera di riservare da 3 a 12 mesi di spese mensili come fondo di emergenza.

Per definizione, questa è una regola generale e potrebbe essere troppo o troppo poco, in base alla tua situazione:

  • familiare
  • lavorativa
  • abitativa
  • di salute

Come puoi immaginare il fondo di emergenza di un 25enne in affitto è ben diverso da quello del padre di famiglia con 3 figli all’università e la casa di proprietà.

Un altro fattore da considerare è la copertura assicurativa: potresti infatti scoprire che alcuni scenari negativi sono coperti o potrebbero essere coperti da un’assicurazione o da sussidi.

Quindi per esempio, se lavori come dipendente, potresti NON considerare la perdita di lavoro tra gli imprevisti, dato che potresti contare sulla disoccupazione.

Al contrario, se lavori a partita IVA, oltre a dover considerare qualcosa in caso di calo del fatturato, potresti voler fare un’assicurazione per infortuni e malattia. In questo modo potrai ridurre la dimensione del tuo fondo di emergenza e svincolare alcune risorse per i pilastri successivi.

Per maggiori considerazioni e analisi sul fondo di emergenza, ti rimando alla guida sull’argomento:

Guida al Fondo di Emergenza

Dove mettere il Secondo Pilastro?

Gli strumenti più idonei per gestire il terzo pilastro sono:

Questa lista è organizzata in ordine di “facilità di liquidabilità” dei fondi.

Infatti una cosa importante da considerare quando si ha a che fare con un’emergenza è il tempismo.

In base al tipo di emergenza, potresti aver bisogno dei soldi in tempi molto ristretti.

Potresti non aver il tempo di attendere 30 giorni che scada il periodo di liquidazione di un conto deposito vincolato!

Errori da evitare

  • Non calcolare bene l’importo necessario: avere un fondo troppo piccolo potrebbe metterti in difficoltà economica proprio nel momento di crisi. Uno troppo grande potrebbe invece sottrarre risorse a investimenti più redditizi.
  • Considerare spese prevedibili nel fondo di emergenza: per definizione un’emergenza è qualcosa di imprevedibile. Se una spesa futura è prevedibile non dovrebbe rientrare in questo pilastro.
  • Investire il fondo d’emergenza: ok cercare di battere l’inflazione e non far svalutare il fondo di emergenza, ma non dovrebbe essere soggetto a rischio di perdita.
  • Vincolare i soldi: generalmente il fondo di emergenza dovrebbe essere facilmente accessibile in caso di necessità

Terzo Pilastro: Spese Previste e Prevedibili

Il terzo pilastro è dedicato a tutte quelle spese future che dovrai sostenere nei prossimi 10 anni.

Queste spese potrebbero essere già previste o solamente prevedibili.

Per esempio se hai degli asset soggetti a usura, come una casa o un’auto, è ragionevole pensare che dovrai spendere dei soldi per rinnovarli e mantenerli funzionali.

Questa non è una spesa prevista (perché non sai esattamente quando sarà necessario intervenire), ma è una spesa prevedibile, perché sai che probabilmente sarà necessario intervenire.

Facciamo un po’ di esempi di spese che possono rientrare nel Terzo Pilastro:

  • Acquisto o sostituzione dell’auto
  • Acquisto della casa
  • Ristrutturazione della casa
  • Matrimonio
  • Spese universitarie per i figli o per sé stessi
  • Viaggi di lunga durata o vacanze speciali
  • Acquisto di nuovi elettrodomestici o arredamento
  • Cure mediche programmate (operazioni, trattamenti costosi)
  • Apertura o espansione di un’attività lavorativa
  • Acquisto di strumenti tecnologici costosi (computer, fotocamere, ecc.)
  • Tasse

Ora che abbiamo visto cosa inserire in questo pilastro, vediamo quali strumenti utilizzare per investire il Terzo Pilastro.

Dove mettere il Terzo Pilastro?

Coletti suggerisce di mettere il Terzo Pilastro in strumenti “sicuri”, soggetti ad oscillazioni limitate e che garantiscano il capitale a scadenza.

Per questo le opzioni d’investimento sono limitate a:

  • Obbligazioni con scadenza in prossimità della spesa (magari prediligendo i Titoli di Stato Europei, diversificando tra i vari Stati, non investendo solo in BOT e BTP)
  • Conti deposito (anche vincolati, visto che sappiamo che non avremo bisogno dei soldi prima della scadenza del vincolo)
  • ETF a scadenza che investono in obbligazioni (come per esempio gli iBonds)

Inoltre, per spese molto prossime alla scadenza, potresti optare per utilizzare gli stessi strumenti del fondo di emergenza (conti deposito svincolabili, ETF monetari, ecc…). Probabilmente andresti ad abbassare il rendimento dell’investimento ma ti potrebbe aiutare a semplificare la tua gestione quotidiana del denaro (è inutile perdere tempo ad aprire e gestire 10 conti diversi per avere 50 euro in più in 1 anno!).

Coletti sconsiglia vivamente gli ETF obbligazionari per il Terzo Pilastro in quanto non danno la certezza della restituzione del capitale al momento del raggiungimento dell’obiettivo (l’andamento è influenzato pesantemente dai tassi d’interesse).

Maggiori dettagli in questo confronto:

Obbligazioni Singole VS ETF Obbligazionari

Errori da evitare

  • Investire in strumenti troppo volatili: alti rendimenti = alto rischio di perdita. Nel medio e breve termine investimenti azionari e ancor di più le criptovalute, possono portare rendimenti superiori, ma anche perdite.
  • Non pianificare con sufficiente anticipo: prima inizi a risparmiare per un obiettivo, maggiore sarà il contributo dato dai rendimenti dell’investimento!
  • Vincolare i soldi più a lungo del dovuto: se l’investimento scade dopo il momento in cui hai bisogno della liquidità, rischi di doverlo vendere al prezzo di mercato e quindi non hai la garanzia di riavere tutto il capitale investito

Quarto Pilastro: Investimenti a Lungo Termine

Se ti avanzano ancora dei soldi (complimenti!), allora puoi iniziare a costruire il tuo Quarto Pilastro.

Il Quarto Pilastro rappresenta la base per costruire la tua “ricchezza futura”.

Il Quarto Pilastro è destinato ai soldi che non ti serviranno per almeno 10 anni.

Avendo un orizzonte temporale così lungo infatti puoi:

  • sfruttare l’effetto interesse composto dei rendimenti
  • investire in strumenti più rischiosi, ma con rendimenti potenzialmente più alti

Dove mettere il Quarto Pilastro?

Secondo Coletti il Quarto Pilastro potrebbe essere investito al 100% nel mercato azionario (nello specifico, Coletti supporta la strategia “equally weighted”, che prevede assegnare un peso identico ai mercati azionari di tutti i Paesi in cui è possibile investire).

Tuttavia riconosce che questa soluzione non è adatta a tutti a causa della volatilità del mercato azionario.

Di conseguenza, per coloro che vogliono smorzare le oscillazioni dell’azionario suggerisce di valutare anche l’aggiunta di ETF obbligazionari e altre forme di investimento.

Per esempio, qui trovi una lista di “portafogli famosi” da cui puoi prendere ispirazione per complementare la parte azionaria del portafoglio:

Lazy Portfolios | Cosa sono e Come Costruirli + Esempi 

Inoltre, contrariamente a quanto accade per il Terzo Pilastro, suggerisce di usare principalmente ETF per il Quarto Pilastro.

Per un discorso di efficienza fiscale, legato alla compensazione di eventuali minusvalenze degli ETF, Coletti consiglia di valutare anche l’aggiunta di qualche azione singola.

Errori da evitare

Come Implementare la Strategia dei 4 Pilastri

Ora che abbiamo visto cosa contiene ciascun Pilastro e quali strumenti utilizzare in ciascuno di essi, non ci resta che capire come applicare questa strategia nella vita reale.

Quali passaggi devi seguire per applicare la strategia di pianificazione finanziaria dei 4 Pilastri di Coletti?

  1. Se non l’hai ancora fatto, inizia a tracciare entrate e uscite
  2. Analizza entrate e uscite e fai un budget personale
  3. Calcola e analizza la composizione del tuo patrimonio netto personale
  4. Calcola quanti soldi sono disponibili ad essere allocati
  5. Calcola la dimensione del Primo Pilastro
  6. Calcola la dimensione e del Secondo Pilastro
  7. Calcola la dimensione del Terzo Pilastro
  8. Calcola la dimensione del Quarto Pilastro
  9. Scegli quali strumenti utilizzare per ciascuno dei Pilastri (definisci l’allocazione target)
  10. Analizza la tua allocazione attuale (hai già degli investimenti? Dove sono?)
  11. Valuta quali modifiche apportare per raggiungere l’allocazione target
  12. Esegui le modifiche necessarie per raggiungere l’allocazione target
  13. Complimenti! Hai fatto una pianificazione finanziaria con i fiocchi!

Per facilitarti nei calcoli, sfrutta il calcolatore per i 4 Pilastri che trovi qui sotto!

Errore: La somma dei primi tre pilastri supera il capitale totale!

1° Pilastro
2° Pilastro
3° Pilastro
4° Pilastro
€5.000
€20.000
€42.000
€33.000
5%
20%
42%
33%

Purtroppo però non è finita.

Per esempio, potresti automatizzare la tua gestione finanziaria impostando un Piano di Accumulo Automatico o dei bonifici automatici da un conto all’altro. In questo modo non perderai tempo per gestire le tue finanze, ma non solo!

Sarai meno tentato di modificare la tua strategia perché per esempio c’è stato un crollo di mercato o perché sei semplicemente stato vittima degli errori tipici degli investitori e di altri bias.

Se non l’avessi ancora fatto potresti inoltre impostare dei sistemi di monitoraggio degli investimenti.

Questi potrebbero esserti particolarmente utili per capire quando e come ribilanciare il tuo portafoglio d’investimento.

Trovi una lista dei migliori tool per gestire i tuoi investimenti in questa analisi:

Se vuoi approfondire ulteriormente le informazioni, puoi guardare la playlist completa del corso “Educati e Finanziati” disponibile sul canale Youtube di Paolo Coletti.

Qui sotto trovi il primo video!  

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