Propensione al rischio negli investimenti | Cos’è?

Cos’è la propensione al rischio negli investimenti? Come puoi calcolarla?

Cos’è la propensione al rischio negli investimenti?

La propensione al rischio negli investimenti è la misura della predisposizione di un individuo a prendere rischi finanziari al fine di ottenere rendimenti più elevati.

In altre parole, la propensione al rischio rappresenta la capacità di sopportare incertezza e oscillazioni nei valori degli investimenti.

La definizione della propensione al rischio di un individuo è la chiave della propria pianificazione finanziaria, sia che sia fatta in autonomia, che attraverso la consulenza. In base alla propria propensione al rischio infatti si potranno scegliere strumenti più o meno rischiosi.

Come dovresti sapere, a maggiori rischi spesso corrispondono anche maggiori rendimenti.

Quindi la propensione al rischio influenza indirettamente anche i potenziali rendimenti a cui puoi aspirare.

Maggiore è la tua propensione al rischio, maggiori sono i rischi che sei disposto a correre, maggiori sono i potenziali rendimenti che puoi ottenere.

Ora che abbiamo visto perché la propensione al rischio è molto importante, andiamo a vedere da cosa dipende la propensione al rischio di un individuo.

Da cosa dipende la propensione al rischio di un individuo?

La propensione al rischio di un individuo dipende da una combinazione di fattori personali, finanziari e psicologici. Ecco alcuni dei principali fattori che influenzano la propensione al rischio sono:

  • la tolleranza alle perdite
  • la propria situazione finanziaria
  • l’ambiente e la cultura
  • i propri livelli di educazione finanziaria ed esperienza
  • la propria personalità 
  • l’età

Andiamo a vedere brevemente come questi parametri influenzano la tua propensione al rischio.

Iniziamo analizzando la tolleranza alle perdite. La capacità di sopportare perdite finanziarie senza provare ansia o stress è un elemento chiave. Alcune persone sono più resistenti alle fluttuazioni del mercato e alle perdite potenziali, mentre altre sono più ansiose e non sono disposte a prendere rischi significativi.

La tolleranza alle perdite può dipendere a sua volta da vari fattori come la propria situazione finanziaria e l’ambiente che ci circonda.

Se i soldi investiti rappresentano la gran parte del capitale di cui una persona dispone, la sua propensione al rischio sarà probabilmente più bassa rispetto a quella di una persona che investe solo una piccola parte del capitale.

Anche l’ambiente influenza pesantemente la nostra propensione al rischio. Per esempio, gli americani hanno mediamente una propensione al rischio più alta perché tutti mediamente assumono rischi più alti.

In Italia invece siamo all’opposto. Come rivelano i dati sulle abitudini di investimento della CONSOB, gli Italiani tendono sempre ad avere un approccio più conservativo agli investimenti.

Questo è legato sia ad aspetti culturali, ma anche legati a livelli di educazione finanziaria. I dati dicono che gli Italiani sono tra i peggiori al mondo per livelli di educazione finanziaria (ref.) e come è stato più volte dimostrato questo influenza anche la propensione al rischio degli investitori italiani.

Gli studi dimostrano che anche l’età dell’individuo gioca un ruolo importante nel calcolo della propensione al rischio. In generale, i giovani tendono ad avere una maggiore capacità di sopportare rischi poiché hanno più tempo per recuperare eventuali perdite. Questo fa sì che i giovani possano avere una propensione al rischio leggermente superiore rispetto agli adulti e agli anziani.

L’elemento che però probabilmente influisce maggiormente nella propensione al rischio di un individuo è la personalità. Individui più avventurosi di natura potrebbero essere più inclini a cercare investimenti più rischiosi, mentre coloro che sono più cauti potrebbero preferire investimenti più sicuri.

Quali sono i diversi livelli di propensione al rischio?

Ora che abbiamo visto quali sono i fattori che influiscono sulla propensione al rischio, andiamo a vedere quali sono i diversi livelli di propensione al rischio.

La propensione al rischio varia su una scala che va da livelli più conservativi a livelli più aggressivi.

In ordine troviamo;

  • conservativo
  • moderato
  • bilanciato
  • aggressivo
  • speculativo
  • insensibile al rischio

Conservativo

Gli investitori conservatori cercano principalmente la sicurezza e la preservazione del capitale. Sono riluttanti a prendere rischi significativi e preferiscono investimenti a basso rischio, come certificati di deposito, obbligazioni e titoli di stato o fondi del mercato monetario. La priorità per loro è evitare perdite anche a costo di rendimenti potenzialmente più bassi.

Moderato

Gli investitori moderati sono disposti a prendere qualche rischio in più per cercare di ottenere rendimenti migliori, ma cercano ancora un certo livello di stabilità. Possono avere un equilibrio tra investimenti a basso rischio e alcuni investimenti più rischiosi, come azioni e fondi bilanciati.

Equilibrato o bilanciato

Gli investitori equilibrati cercano un equilibrio tra la sicurezza e la crescita del capitale. Sono disposti a sopportare una moderata volatilità a breve termine in cambio di potenziali rendimenti a lungo termine. Il loro portafoglio potrebbe includere una combinazione di obbligazioni, azioni e altri strumenti finanziari diversificati.

Aggressivo

Gli investitori aggressivi sono disposti a prendere rischi considerevoli al fine di massimizzare i rendimenti a lungo termine. Sono pronti a sopportare fluttuazioni significative nel valore degli investimenti e per questo possono investire anche investimenti a più alto rischio come azioni ad alto potenziale di crescita e settori innovativi.

Questo rappresenta generalmente il livello limite per quanto riguarda il mondo degli investimenti. Oltre questa soglia infatti si inizia a parlare di speculazione e si esce dal mondo degli investimenti, e si entra nel mondo del trading.

Speculativo

Gli investitori speculativi cercano profitti elevati in un periodo di tempo relativamente breve. Sono disposti a prendere rischi molto elevati e possono partecipare a investimenti molto volatili, come criptovalute o azioni di piccole aziende a rischio elevato.

Insensibile al rischio

In questo livello l’investitore non è preoccupato minimamente dalle perdite potenziali e tende a perseguire investimenti altamente speculativi o rischiosi senza considerare le conseguenze.

Bisogna sottolineare che queste non sono altro che “etichette” utilizzate per identificare genericamente i diversi livelli di propensione al rischio, ma è evidente che non possano raccogliere tutte le soggettività e le casistiche.

Inoltre, non esiste un approccio universale giusto o sbagliato per ciascun livello di propensione al rischio. Anche perché la propensione al rischio non è una cosa statica, dipende molto dal momento in cui viene valutata.

Per comprendere meglio questo concetto, dobbiamo capire come viene valutata la propensione al rischio di un investitore.

Come viene valutata nella pratica la propensione al rischio in Italia?

Il calcolo della propensione al rischio è talmente importante che è regolato dalla Direttiva MiFID.

Le istituzioni finanziarie, come banche, società di gestione patrimoniale e consulenti finanziari, utilizzano diversi strumenti e approcci per valutare la propensione al rischio dei clienti.

In Italia, come in molti altri Paesi, la valutazione della propensione al rischio degli investitori è un processo complesso che coinvolge una combinazione di questionari, analisi finanziaria e consulenza professionale.

Concentriamoci sui questionari, che sono probabilmente il metodo più standardizzato per misurare la propensione al rischio di un investitore.

I questionari per la valutazione della propensione al rischio pongono domande riguardanti l’atteggiamento dell’investitore nei confronti delle perdite, la sua esperienza finanziaria, gli obiettivi di investimento e altre variabili. Sulla base delle risposte, viene assegnato un punteggio che aiuta a classificare l’investitore in una determinata categoria di rischio (conservativo, moderato, aggressivo, ecc.).

Le domande vengono spesso strutturate in modo da consentire all’investitore di esprimere il proprio livello di comfort rispetto a situazioni di rischio specifiche. Ad esempio, potrebbe essere chiesto all’investitore di valutare la sua reazione se un investimento perdesse una determinata percentuale del suo valore in un breve periodo di tempo.

Sulla base delle risposte dell’investitore, viene assegnato un punteggio di rischio che riflette la sua propensione al rischio. Questo punteggio può essere utilizzato per classificare l’investitore in una determinata categoria di rischio, come conservativo, moderato o aggressivo.

Nella consulenza bancaria o indipendente, questa categoria di rischio viene poi utilizzata per creare una strategia di investimento più o meno personalizzata.

Per esempio, ad un investitore conservativo potrebbe venir consigliato un portafoglio di investimento principalmente obbligazionario.
Al contrario, ad un investitore aggressivo potrebbe venire consigliato un portafoglio di investimento principalmente azionario.

Queste però rappresentano solo delle indicazioni. La consulenza finanziaria per vedere che  vengano chiariti gli aspetti dell’investimento e fornite spiegazioni sui potenziali rischi e benefici delle diverse opzioni, ma la scelta definitiva rimane in mano all’investitore.

Ecco perché gli investitori devono appoggiarsi ad i consulenti, ma fino ad un certo punto. Le conseguenze di un investimento sbagliato o non in linea con la propria propensione al rischio non vengono pagate dal consulente, ma dall’investitore.

Nessun consulente o banca si assumerà mai il rischio di garantirti dei rendimenti (quando si parla di investimenti finanziari perlomeno). E se lo fanno, è probabile che st

E’ quindi nel pieno interesse dell’investitore assicurarsi che la strategia di investimento proposta dal promotore finanziario o dal consulente finanziario indipendente sia in linea con i propri obiettivi finanziari e con il proprio orizzonte temporale.

L’unico modo per valutare l’operato per queste figure però è avere un livello di competenze finanziarie minime.

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