Cos’è lo SPREAD e Perché è Importante? [spiegato semplice]

spread cosa è

Che cosa è lo spread di cui si sente parlare nei telegiornali? Perché se ne parla sempre in televisione?

In televisione si sente parlare spesso di Spread.

“Lo spread è salito sopra i 300 punti base”.

“lo spread ha raggiunto livelli preoccupanti”.

Cosa è questo Spread? E perché dovremmo preoccuparci quando sale troppo?

In televisione viene dato per scontato che le persone sappiano di cosa si sta parlando.

In questo articolo andiamo quindi finalmente a capire, con un linguaggio semplice e comprensibile:

Cosa è lo spread? (spiegato in modo semplice)

Lo Spread che si sente nominare nei telegiornali è una misura della differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e il rendimento dei titoli di stato tedeschi.

Oltre alle tasse, i governi raccolgono soldi mettendo all’asta i titoli di stato. I titoli di stato (o obbligazioni governative) non sono altro che un certificato che dice che Mario Rossi ha prestato soldi per X anni al governo italiano, in cambio di un interesse annuo del Y%.

Per esempio, i famosi BTP (Buoni Poliennali del Tesoro) non sono altro che un certificato che in data 01/06/2023, Mario Rossi ha prestato al governo italiano 1.000€ per 10 anni in cambio di 20€ all’anno.

Così come il governo italiano, anche il governo tedesco utilizza i titoli di stato tedeschi per finanziare le proprie attività:

  • costruire strade, ferrovie, aeroporti, porti, ospedali…
  • pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e dei politici
  • finanziare la crescita
  • ecc

Tutti questi costi vengono in parte coperti con le tasse, in parte tramite i titoli di stato.

Così come accade con le persone normali, infatti anche gli Stati talvolta hanno bisogno di prestiti per finanziare le loro attività.

Perché lo spread è importante?

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Una spesa improvvisa o un calo delle entrate dalle tasse possono mettere in crisi i bilanci pubblici, e costringere lo Stato a “chiedere un prestito” per continuare a portare avanti le proprie operazioni.

I titoli di stato sono il meccanismo con cui lo stato “chiede un prestito” a cittadini, istituzioni e altre banche.

Nulla di male, finché il prestito viene restituito e lo Stato paga le rate (le cedole delle obbligazioni, in termini finanziari), sono tutti contenti.

Lo Stato ottiene i fondi per finanziare la spesa pubblica. I cittadini ottengono dei servizi “superiori” a quelli che lo stato si sarebbe potuto permettere con le sole tasse. Gli investitori ottengono un rendimento dai propri soldi.

Quale è il problema di questo meccanismo?

Ci sono 2 problemi:

  1. lo Stato deve pagare gli interessi sui soldi che ha preso in prestito (le cedole dei titoli di stato) 
  2. prima o poi lo Stato deve restituire il capitale prestato

Tornando al nostro esempio del BTP venduto a Mario Rossi:

  1. Ogni anno lo Stato deve pagare 20€ a Mario come interesse per il prestito
  2. Il decimo anno lo Stato deve dare indietro i 1.000€ che Mario gli ha prestato 10 anni prima

Quindi dopo 10 anni Mario ha ricevuto 1.000€+ 20€ x 10 = 1.200€. 

Cosa succede se in questi 10 anni le tasse dei cittadini non sono state sufficienti per generare i 1.200€ necessari per pagare il debito tra lo Stato e Mario?

Lo Stato può emettere nuove obbligazioni, contrae un debito con nuovi investitori e, con i soldi raccolti, paga ii vecchi investitori, tra cui anche Mario.

Questo vuol dire che lo Stato si indebita sempre di più, il debito pubblico sale e rischia di portare lo Stato al fallimento (è esattamente quello che è successo con Crisi della Grecia nel 2009).

Più sono alti gli interessi delle obbligazioni maggiori sono le probabilità che lo Stato non sia in grado di generare entrate sufficienti per pagare il debito, maggiore è il rischio di fallimento dello Stato.

Lo spread misura proprio questo: l’entità degli interessi che lo Stato italiano deve pagare.

Più grande è lo spread, maggiori sono gli interessi che lo Stato deve pagare per ottenere nuovi fondi dagli investitori, e maggiori sono le probabilità che lo Stato fallisca.

Perché in TV si parla di spread e non semplicemente di interessi sul debito?

“Interessi alti” o “interassi bassi” è una misura relativa e ha quindi bisogno di essere paragonato rispetto a qualcosa.

Questo qualcosa è appunto il rendimento dei titoli di stato tedeschi.

Un interesse del 10% può essere alto in determinate condizioni macroeconomiche, mentre può essere basso in altre.

Per esempio, quando l’inflazione si alza le Banca Centrali alzano i tassi d’interesse.

Quindi per comodità si è deciso di utilizzare come termine di paragone l’investimento “risk free”,  senza rischio,  costituito dai titoli di stato tedeschi.

Nello specifico infatti lo spread è la differenza tra il rendimento dei Bund , i titoli di stato tedeschi e i BTP, i titoli di stato italiani, con scadenza a 10 anni.

Avrai probabilmente sentito parlare di numeri elevati, come 300 o 350. Questo perché la misura è valutata in punti base.

Per trasformare i punti base in percentuale devi semplicemente dividere per 100.

Quindi, se per esempio senti i giornalisti dire: “lo spread ha raggiunto i 300 punti base”, vuole dire che la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi e italiani a 10 anni ha raggiunto il 3%.

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Ref. ilSole24Ore – storico inflazione

In questa sezione abbiamo parlato di inflazione e tassi di interesse. Potrebbero quindi interessarti questi articoli:

Quali sono le altre tipologie di spread?

Lo spread che senti nominare solitamente in televisione è il cosiddetto spread sovrano che, come abbiamo visto, misura il rischio di un Paese.

 Il termine spread, in realtà, indica genericamente una “una differenza” ed acquista diversi significati in funzione del contesto in cui è inserito.

  • spread sovrano, quando esprime la capacità di un Paese di rispettare il proprio impegno
  • spread di credito, simile allo spread sovrano, misura la differenza tra il rendimento di in una coppia di obbligazioni
  • spread di cambio, è la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto di una coppia di valute
  • spread bancario è il ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo

Cos’è lo spread – Conclusioni

Lo spread di cui si sente parlare in televisione è la differenza tra gli interessi pagati dai titoli di stato italiani (BTP) e i titoli di stato tedeschi (Bund) a 10 anni.

Lo spread misura la fiducia che gli investitori hanno nei confronti dell’Italia.

Maggiore è il rischio default dell’Italia, minore è la fiducia degli investitori, maggiori sono gli interessi che l’Italia deve pagare agli investitori per convincerli ad acquistare i titoli di stato.

Lo spread fa riferimento ai titoli di stato tedeschi perché sono considerati “risk-free”, privi di rischio.

Ancorando lo spread ai titoli di stato tedeschi, e non allo zero per esempio, permette di avere una misura relativa che risente in maniera minore delle oscillazioni legate a fenomeni macro-economici come l’inflazione o i tassi di interesse.

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