Successione ETF e Fondi Comuni d’Investimento: quanto si paga?

Come funziona la tassazione in successione di ETF e fondi comuni d’investimento? Quanto si paga? Come vengono calcolate le plusvalenze?

Cosa accade quando il proprietario di fondi comuni ed ETF muore? Quante tasse si pagano? Come avviene il passaggio agli eredi?
Risponderemo a tutte queste domande.

Iniziamo col rispondere ad una domanda piuttosto generale:

cosa succede agli ETF e ai Fondi Comuni in caso di successione? 

Cosa succede agli ETF e ai Fondi Comuni in caso di successione?

Come puoi immaginare, fondi comuni ed ETF (Exchange Traded Fund) sono strumenti che fanno parte del patrimonio e quindi rientrano nella successione ereditaria.

Nella pratica, cosa bisogna fare per gestire la successione di ETF e fondi comuni?

Dipende dalla tipologia di conto della persona deceduta:

  • conto personale
  • conto cointestato

Nel caso di conto personale, quando il proprietario di fondi ed ETF muore gli investimenti vengono temporaneamente “bloccati”: non sarà possibile né comprare, né vendere.

Quindi attenzione se ci sono in portafoglio investimenti molto aggressivi che possono perdere valore molto velocemente!

I fondi verrano sbloccati solo quando gli eredi avranno tutti i documenti in regola per ottenere il trasferimento degli strumenti finanziari sul proprio conto.

Quali sono i passaggi per sbloccare i titoli in eredità?

  1. Presentare il certificato di morte e di successione alla banca
  2. Presentare il testamento
  3. Seguire le indicazioni della banca per il trasferimento dei conti

Vediamo ora cosa accade in successione nel caso di conto cointestato.

In questo caso, le possibilità sono due:

  • se c’è la firma disgiunta, il co-proprietario mantiene il diritto di operare normalmente sul conto
  • se c’è la firma congiunta, l’intero conto viene bloccato e le modalità sono le stesse del conto personale ad intestatario singolo

Ora che abbiamo visto come funziona la transizione di fondi comuni ed ETF in eredità, vediamo come funziona la tassazione.

Tassazione sulla successione di ETF e Fondi Comuni

Eh sì, purtroppo anche gli investimenti finanziari sono soggetti all’imposta di successione.

Il livello di tassazione su ETF e fondi in eredità dipende dal grado di parentela tra defunto ed eredi:

  • Eredi diretti (coniuge, figli)4% sopra la franchigia di 1.000.000€ per ciascun erede.
  • Fratelli e sorelle6% sopra la franchigia di 100.000€.
  • Altri parenti fino al 4° grado6% senza franchigia.
  • Soggetti non parenti8% senza franchigia.

Un’altra domanda che potresti farti è come viene gestito il passaggio dal conto della persona deceduta all’erede: è’ un evento fiscale? Si pagano delle tasse? Come cambia il prezzo di carico? Come vengono calcolate le plusvalenze su ETF e fondi in successione?

Plusvalenze e prezzo di carico di ETF e fondi in successione

La prima informazione che devi conoscere è che nel caso dei fondi comuni d’investimento, la successione comporta quasi sempre la vendita del titolo.

Quindi l’erede non solo dovrà pagare le tasse di successione, ma sarà anche obbligato a pagare le tasse sulle eventuali plusvalenze generate (tassazione al 26% o al 12,5% in caso di fondi che investono in titoli di stato whitelist)

Questo non accade invece nel caso degli ETF. L’erede infatti potrà scegliere se continuare l’investimento o interromperlo.

In caso di vendita, ecco che oltre alle tasse sulla successione dovrà pagare anche le tasse sulle eventuali plusvalenze generate (tassazione al 26%).

Nel caso decida di mantenere l’investimento, l’erede pagherà immediatamente le tasse di successione, mentre pagherà le tasse sulle plusvalenze solo al momento della vendita.

Tuttavia, pare che molti intermediari preferiscano applicare immediatamente le tasse sulla 

Su quale prezzo di carico verranno calcolate però queste plusvalenze? Sul prezzo al momento dell’acquisto delle quote da parte del defunto o sul prezzo a cui l’erede le ha ereditate?

Nel caso di ETF e fondi ereditati, le plusvalenze verranno calcolate sul prezzo di acquisto originale del defunto, non sul valore al momento dell’eredità. Questo significa che, se gli eredi decidono di vendere i fondi, dovranno pagare le imposte sulle plusvalenze maturate dall’acquisto iniziale (effettuato dal defunto) fino alla vendita (effettuata dall’erede).

Inoltre, alcune fonti riportano che molti intermediari italiani che operano in regime amministrato applichino la tassazione al 26% immediatamente al momento della successione.

In questo caso quindi al momento della successione ti troverai a pagare contemporaneamente l’imposta di successione (calcolata sul valore di mercato al momento del decesso) e l’imposta sulle plusvalenze dell’ETF e del fondo (il 26% della differenza tra il prezzo medio di carico e il prezzo di mercato al momento del decesso).

Se invece operi in regime dichiarativo, ecco che questo problema non si porrà, e semplicemente dovrai sapere che erediterai il prezzo medio carico dal defunto.

Questo è un chiaro svantaggio fiscale rispetto a quanto accade per tutti gli altri strumenti finanziari.

Infatti, le plusvalenze di fondi ed ETF vengono classificate come redditi diversi. E questo comporta appunto il mantenimento del prezzo medio di carico originale del defunto.

Al contrario invece per tutti gli altri strumenti finanziari che rientrono nei redditi diversi (plusvalenze da azioni, obbligazioni, certificati, ETN e ETP, ecc) il prezzo viene aggiornato al prezzo di mercato al momento della successione.

In altre parole, tutte le plusvalenze realizzate dal defunto saranno completamente esentasse!

Questo rende strumenti come azioni, obbligazioni, certificati, ETN e ETP, ecc… decisamente più efficienti dal punto di vista fiscale rispetto a ETF e fondi!

Questa differenziazione è alquanto assurda perchè l’erede di un defunto con un portafoglio composto al 100% da obbligazioni acquistate sotto la pari, liquidandole il giorno dopo la successione si troverebbe a non dover pagare alcuna tassa sulle plusvalenze realizzate!

Al contrario, l’erede di un defunto con un portafoglio composto al 100% da ETF obbligazionari, liquidandoli il giorno dopo la successione si troverebbe a dover pagare il 26% di tasse su tutte le plusvalenze realizzate.

(Torniamo all’esempio del portafoglio composto al 100% da obbligazioni per una curiosità. Una strategia molto efficiente dal punto di vista fiscale e “sicura” potrebbe essere acquistare obbligazioni con cedole molto basse, che quotano molto al di sotto della pari e scadono pochi anni dopo un’ipotetica data di morte. In questo modo, al momento della vendita o della scadenza si avrà una ragionevole certezza di realizzare una plusvalenza pressoché esentasse!)

Minusvalenze di ETF e Fondi Comuni in Successione

Scordati le minusvalenze! Purtroppo qualunque forma di minusvalenza viene cancellata in sede di successione. Questa è una caratteristica comune a tutti gli investimenti, indipendentemente dal fatto che si parli di ETF, fondi comuni, o qualunque altra forma d’investimento.

Successione ETF e Fondi Comuni – Conclusioni

Come abbiamo visto, fondi comuni ed ETF hanno un trattamento identico agli altri strumenti finanziari quando si parla di imposte di successione.

La peculiarità di questi strumenti riguarda invece la gestione fiscale delle plusvalenze.

In generale infatti fondi comuni ed ETF sono tra gli strumenti più inefficienti dal punto di vista dell’efficienza fiscale sulle plusvalenze in fase di successione.

Infatti nella maggior parte dei casi la successione non è accompagnata dall’aggiornamento del prezzo medio di carico.

In altre parole, si paga per le plusvalenze realizzate sia dall’erede che dal defunto.

Al contrario, per la maggior parte degli strumenti finanziari si paga solo per le plusvalenze realizzate solo dall’erede, e quelle “realizzate dal defunto” rimangono totalmente esentasse.

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