Regime ordinario o forfettario? Quale scegliere? Quale è la differenza tra regime forfettario e regime ordinario?
Se stai pensando di aprire la Partita IVA sicuramente ti sei imbattuto in questo dubbio:
Mi conviene scegliere il regime ordinario o il regime semplificato…o il forfettario?
Se ti sei posto questa domanda sappi che non sei il solo. Me lo sono chiesto anche io! Ho iniziato così a cercare una risposta, ma mi sono reso subito conto di un errore che stavo commettendo: non avevo ben chiara la differenza tra questi tre regimi fiscali.
Ho fatto un passo indietro e sono ripartito.
In questo articolo ti riassumerò quello che ho scoperto. Ovviamente ti invito a consultare un commercialista per valutare la tua condizione ed ottenere informazioni più dettagliate e specifiche per il tuo caso.
Regime ordinario
Cos’è il regime ordinario
Il regime ordinario è un regime fiscale tipico dei lavoratori autonomi con Partita IVA con sede fiscale in Italia. E’ il regime fiscale che comporta gli obblighi (e di conseguenza anche i costi) maggiori per la gestione.
Come funziona il regime ordinario
Il regime ordinario prevede che tu metta in piedi una struttura gestionale molto più importante rispetto a quella degli altri regimi fiscali di cui parleremo dopo.
La ragione è che la contabilità deve essere tenuta in modo molto più dettagliato. E’ necessario mantenere libri contabili, usare la fatturazione elettronica, tenere aggiornato il Libro Unico del Lavoro, tenere traccia dell’IVA, della redditività, degli ammortamenti, le eventuali fatture estere, modelli su studi di settore ecc…
Insomma, non è una cosa che si può improvvisare. E’ necessaria una struttura che sia in grado di gestire tutti questi aspetti. Questo non vuol dire che devi gestire tutto in prima persona. Puoi benissimo delegare all’esterno ma sappi che in ogni caso un minimo queste attività ti toccheranno in qualche modo.
Tassazione del regime ordinario
Il regime ordinario può essere utilizzato sia dalle persone fisiche che dalle aziende. La tassazione però è differente. Nel caso di persone fisiche si applicano gli scaglioni IRPEF (gli stessi del reddito da lavoro dipendente).
Reddito Minimo | Reddito Massimo | ALIQUOTA 2024 |
– | 28.000,00 € | 23% |
28.000,01 € | 50.000,00 € | 35% |
50.000,01 € | – | 43% |
So che molti stanno pensando.. “se guadagno 1€ in più pago molte più tasse?”
La risposta è NO.
L’aliquota si applica solamente alla parte di reddito in quella fascia. Facciamo un esempio partico per capire.
Hai guadagnato 30.500€. 28.000€ saranno tassati al 23%, 2.500€ saranno tassati al 35%.
Nel caso invece di aziende la tassazione è differente. Si applica infatti IRES e l’IRAP. L’IRES è sempre pari al 24% della base imponibile, cioè dei guadagni meno i costi. L’IRAP è invece l’imposta regionale sulle attività produttive. L’ultima legge finanziaria ha stabilito una quota pari al 3,90% sul fatturato (NB: non sull’imponibile!) però le Regioni hanno la possibilità di aumentare ulteriormente tale valore con un incremento massimo dello 0,92%.
Tasse su aziende | ALIQUOTA | |
IRES | imposta sui redditi della società | 24% dell’imponibile |
IRAP | imposta regionale sulle attività produttive | circa 4% del fatturato |
Vantaggi del regime ordinario
I vantaggi del regime ordinario sono legati al fatto che puoi scaricare l’IVA, i costi, deduzioni e detrazioni. In altre parole se hai un business molto complesso e costoso, in cui il fatturato è molto alto, ma i margini sono molto bassi, allora con ogni probabilità questo è il regime fiscale più adatto per scaricare tutti i costi.
Regime (Ordinario) Semplificato
Cos’è il regime semplificato
Il regime ordinario semplificato, detto più semplicemente regime semplificato, è un regime fiscale derivato dal regime ordinario. La differenza tra questi due regimi sta nella forma di contabilità. Come si può dedurre dal nome, nel caso di regime semplificato la contabilità è decisamente semplificata.
Differenza tra regime ordinario e semplificato
La differenza fondamentale sta nella gestione della contabilità. Nel caso di regime semplificato infatti vanno a scomparire molti obblighi di contabilità come:
- la gestione patrimoniale
- il Libro Giornale
Questo è un grande vantaggio perché va a ridurre il lavoro che devi fare per gestire la tua attività!
Nel regime semplificato c’è anche una leggera differenza in termini di tassazione.
Tassazione del regime semplificato
La tassazione del regime semplificato è analoga a quella del regime ordinario. E’ quindi gestita con un sistema: “Ricavi – Costi”.
La differenza sostanziale sta nella gestione dei ricavi. Dal 2017 infatti si parla di contabilità semplificata per cassa, ad indicare che nei ricavi vengono considerati solamente nel momento in cui sono stati effettivamente incassati.
Chi può accedere al regime semplificato
Purtroppo non tutti possono adottare questa forma di regime. Solo le seguenti attività possono scegliere il regime semplificato:
- Ditte individuali
- Società di persone
- Liberi professionisti
- Lavoratori autonomi
I vincoli non si fermano qua. Infatti il fisco impone anche dei limiti sul fatturato dell’attività:
- 700.000€ per il commercio (cessione dei beni)
- 400.000€ per le società di servizi (prestazione di servizi)
Inoltre per legge ci sono alcune forme societarie che indipendentemente dalle condizioni che ti ho appena citato, non possono in alcun modo adottare la contabilità separata. Queste forme societarie sono:
- le società di capitali (S.p.a, S.r.l, S.r.l.s)
- Cooperative e Mutue assicuratrici
- gli Enti pubblici
- le stabili organizzazioni con sede all’estero
Regime forfettario
Cos’è il regime forfettario
Il regime forfettario è il regime fiscale in assoluto più conosciuto. La ragione è piuttosto ovvia. Con il regime forfettario vanno a cadere molti degli obblighi contabili. La gestione dell’intero business diventa così molto più rapida e snella. Inoltre in 5 minuti puoi fare una stima di quanto dovrai pagare di tasse. Un bel vantaggio se vuoi fare un po’ di pianificazione della tua attività e della tua vita!
Tassazione del regime forfettario
Dimenticati tutto quello ci siamo detti nelle fasi precedenti. Il regime forfettario non ha nulla a che vedere con il regime ordinario ed il regime semplificato. Nel regime forfettario non esiste IVA, non esistono costi, deduzioni e detrazioni. Tutto quello che guadagni entra in un calderone. In funzione del tuo codice ATECO il fisco stabilisce quanto di quello che hai guadagnato è costi e profitto. Il numero che esprime questo concetto è il coefficiente di redditività.
GRUPPO DI SETTORE | COEFFICIENTI DI REDDITIVITÀ’ |
Industrie alimentari e delle bevande | 40% |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio | 40% |
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande | 40% |
Commercio ambulante di altri prodotti | 54% |
Costruzioni e attività immobiliari | 86% |
Intermediari del commercio | 62% |
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | 40% |
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi | 78% |
Altre attività economiche | 67% |
Il modo più semplice per capire come funziona è fare un esempio.
Giorgio ha fatturato 40.000€, il suo codice ATECO è 73.11.02 (“Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”) a cui corrisponde un coefficiente di redditività del 78%. In altre parole, il fisco assume che ogni 100 euro guadagnati da Giorgio 22€ sono i costi e 78€ sono i guadagni.
Questo vuol dire che il “guadagno forfettario” di Giorgio è pari a 40.000€*0,78=31.200€. Di conseguenza Giorgio dovrà pagare le tasse su questi 31.200€.
A questo punto ti starai chiedendo quante tasse deve pagare Giorgio. La risposta è dipende:
- il 5% se Giorgio ha la possibilità di accedere al regime forfettario startup
- il 15% in ogni altro caso
Nel caso di startup Giorgio avrà assolto a qualunque suo obbligo fiscale (contributi pensionistici esclusi) pagando 1.560€ (31.200*0,05). Nel secondo caso dovrà pagare il triplo, cioè 4.680€.
Questo è solo un esempio per farti capire. Nella realtà la questione è leggermente più complessa visto che ci sono da considerare anche i contributi INPS per la pensione obbligatoria. Questi contributi, che variano in funzione della tua attività, sono totalmente deducibili e vanno a ridurre il tuo reddito e quindi anche le tasse che devo allo Stato italiano.
Se vuoi approfondire la questione contributi per la pensione ti lascio qui sotto il link dell’articolo che ho scritto a riguardo:
Contributi obbligatori pensione: quanto devo pagare?
Chi può accedere al regime forfettario
La questione qui si complica leggermente perché ci sono molte variabili in gioco. Ti riporto qua di seguito le condizioni principali:
- Fatturare meno di 85.000€ ragguagliati ad anno (attento che fatturare somme elevate alla fine dell’anno potrebbe farti superare questa soglia senza superare i 85.000€ effettivi!)
- Non aver avuto spese per l’assunzione di collaboratori per più di 20.000€
- Chi lavora anche come dipendente o è pensionato e guadagna più di 30.000€ lordi
- Chi controlla una Srl
- Chi fattura principalmente al suo ex datore di lavoro
- Altre cause di esclusione specifiche
Se vuoi approfondire puoi trovare ulteriori dettagli nel video che ti lascio allegato alla fine di questo articolo.
Chi può accedere al regime forfettario startup
Le condizioni per accedere al regime start-up sono ancora più restrittive. Oltre a quelle che abbiamo già visto per accedere al regime forfettario, per accedere al regime forfettario startup si aggiungono ulteriori condizioni:
- Il contribuente non deve aver esercitato, nel corso dei tre anni immediatamente precedenti all’apertura della nuova Partita IVA, attività artistica, professionale o d’impresa, neppure in forma familiare o associata
- La nuova attività non può essere una mera prosecuzione di quella svolta in precedente, a prescindere che quest’ultima sia stata esercitata sotto forma di lavoro autonomo o di lavoro dipendente
- L’attività non può essere la prosecuzione di un’attività esercitata da altro soggetto che ricavava più di 85.000€
Come calcolare il reddito netto con il regime forfettario
Se vuoi scoprire come calcolare il reddito netto di una Partita IVA a regime forfettario ho scritto un articolo di approfondimento a riguardo.
Come confronto lo stipendio da Dipendente e Partita IVA?
Su questo questo articolo trovi anche le istruzioni per utilizzare il foglio di calcolo che ho creato per stimare il reddito netto di un professionista con la partita IVA forfettaria. Se ti interessa puoi scaricalo qui:
Quale regime conviene per la Partita IVA
Abbiamo visto che bene o male il regime ordinario o l’ordinario semplificato è quasi obbligatorio per le grandi società. Mentre per il piccolo cittadino la domanda è lecita (me la sono posta anche io):
Conviene il regime ordinario o il regime forfettario?
La risposta è dipende. Ma dipende da cosa? Dai costi! Se hai costi bassi il regime forfettario con ogni probabilità è il più conveniente. Anzi conviene sicuramente se sommando costi, deduzioni, detrazioni e IVA ecc non arrivi al coefficiente di redditività. In più hai un ulteriore margine visto che nel regime forfettario si applica una tassazione sostitutiva pari al 15% o al 5% per le partite IVA Startup.
Girando il concetto dall’altra parte. Il regime ordinario conviene nel momento in cui devi sostenere dei costi elevati e i tuoi margini di esercizio sono molto bassi. Se per esempio fai da intermediario di prodotti fisici (tipo Amazon FBA) in cui applichi un leggero ricarico rispetto al tuo prezzo di acquisto è naturale che i tuoi margini siano risicatissimi. Di conseguenza, per questo genere di attività può avere più senso scegliere un regime ordinario.
Regime ordinario, semplificato e forfettario – Conclusioni
Alla partita IVA possono essere associati 3 Regimi fiscali:
- regime ordinario
- regime ordinario semplificato (o semplicemente “semplificato”)
- regime forfettario
Il regime “tradizionale” è il regime ordinario. In questo regime devi produrre una lunga serie di documenti contabili che richiedono molte risorse e capacità. La tassazione in questo regime varia in funzione del soggetto dichiarante. Nel caso di persone fisiche si applicano le aliquote IRPEF. Nel caso di società si applicano invece l’IRES e l’IRAP. Il regime ordinario è appunto ordinario e chiunque dotato di partita IVA può adottarlo
Non è così nel caso di regime semplificato. Infatti servono determinate caratteristiche di forma societaria e di volume di affari per poterlo adottare. Il vantaggio rispetto al regime ordinario è che c’è una grande semplificazione a livello gestionale visto che richiede la stesura di un numero molto minore di documenti contabili.
Da questo punto di vista, il regime più semplice in assoluto è il regime forfettario. In questo caso la tassazione è super semplificata visto che i costi, l’IVA, le deduzioni e le detrazioni vengono tutti sostituiti da un forfait . L’entità di questo forfait dipende dal codice ATECO associato alla tua partita IVA. In base a questo forfait viene applicata una tassazione del 5% se ricadi nel regime startup e del 15% negli altri casi.
Il vantaggio della partita IVA a regime forfettario è principalmente legato alla facilità di gestione e può anche risultare conveniente nel caso il tuo business richieda costi di gestione molto bassi. Nel caso contrario il regime ordinario e semplificato possono risultare più convenienti. Nel caso in cui il tuo business abbia dei margini molto risicati può essere più conveniente il regime ordinario o semplificato. La ragione? In questi due regimi puoi dedurre tutti i costi, cosa che invece non puoi fare nel regime forfettario!
Quale conviene quindi? La risposta come spesso accade è dipende… dipende dai costi che devi sostenere e dal volume di affari che hai!
Magari farò un’analisi a riguardo.. con un bel foglio di calcolo che ti permette di calcolare cosa ti conviene fare. In caso te lo linkerò qua sotto!
Ciao e al prossimo articolo,