TER & costo ETF, cosa include?

Cosa è il Total Expense Ratio (TER) degli ETF? Come funziona? Cosa include e cosa NON include?

Il Total Expense Ratio, meglio conosciuto come TER, è un indicatore che permette di confrontare in maniera semplice ed immediata i costi degli ETF.

Come probabilmente già sai infatti gli ETF sono degli ottimi strumenti per investire su un grande numero di azioni e obbligazioni ed eliminare il rischio specifico.

Per questo servizio però si pagano delle commissioni di diverso tipo. Il TER sintetizza questi diversi tipi di commissioni in un unico valore, rendendo possibile un confronto tra i diversi ETF, e permettendo agli investitori di capire più o meno quanto stanno pagando.

In questo articolo esploreremo quindi in dettaglio cosa significa il TER per gli ETF, come si calcola, cosa comprende, cosa invece rimane escluso e quali fattori influenzano il TER. In questo modo potrai comprendere meglio i costi associati agli ETF e a prendere decisioni di investimento più consapevoli.

Iniziamo dalle basi: Cosa è il TER degli ETF nello specifico?

Cosa è il TER degli ETF?

Il TER, o Total Expense Ratio, è un indicatore che rappresenta il costo complessivo annuo di gestione di un ETF. Il TER è espresso in percentuale e viene sottratto automaticamente dal rendimento dell’ETF, riducendo così i guadagni complessivi per l’investitore.

A differenza delle commissioni di ingresso o di uscita, il TER è una spesa continua che impatta direttamente sui rendimenti netti dell’investitore. Per questo motivo, è fondamentale considerare attentamente il TER quando stai scegliendo un ETF. Anche una piccola differenza in termini di percentuale può impattare pesantemente i rendimenti a lungo termine.

Pagare un 1% all’anno per 20 anni invece che uno 0,1% all’anno fa una bella differenza!

Assumendo un rendimento medio annuo composto del 7% su un capitale di 10.000€, nel primo caso TER al 1%) si otterrebbero 32,071€, mentre nel secondo 37.980€. Ben 5.909€ in più per una piccola differenza dello 0,9% nel TER!

A titolo di esempio, vediamo il TER di alcuni ETF rappresentativi di diverse classi di ETF:

ETFTipologiaTER
iShares Core MSCI World UCITS ETFAzionari Globali0.20%
Lyxor MSCI Emerging Markets UCITS ETFMercati Emergenti0.14%
iShares Core S&P 500 UCITS ETFAzionari USA (S&P 500)0.07%
Lyxor FTSE MIB UCITS ETFAzionari Italia (FTSE MIB)0.33%
Invesco MSCI Europe UCITS ETFAzionari Europa0.19%
iShares Healthcare Innovation UCITS ETFSettoriali (Sanità)0.40%
iShares Global Clean Energy UCITS ETFTematici (Energie Rinnovabili)0.65%
iShares Euro Government Bond 15-30yr UCITS ETFObbligazionari (Governativi Euro)0.15%
Xtrackers Physical Gold ETCMaterie Prime (Oro)0.25%
21Shares Bitcoin ETPETP Crypto (Bitcoin)1.49%

Come puoi vedere il TER oscilla da pochi punti percentuali, per l’ETF sul S&P500, fino a quasi 1,5% per un ETP sul Bitcoin.

Più avanti in questo articolo vedremo nello specifico quali sono i fattori che influenzano il TER di un ETF.

Come si calcola il TER di un ETF?

Il calcolo del TER di un ETF è un processo abbastanza standardizzato e viene effettuato annualmente dalle società che gestiscono i fondi (iShares, Xtrackers, Amundi, ecc…)

Il TER si ottiene sommando tutte le spese operative e di gestione sostenute dal fondo durante l’anno, e poi dividendo questa somma per il totale degli asset gestiti dal fondo. La formula può essere rappresentata come segue:

TER= Spese/Patrimonio

Le Spese comprendono diverse voci, tra cui: le commissioni di gestione pagate alla società che gestisce l’ETF, le spese amministrative e altri costi di cui parleremo tra pochissimo.

Un esempio pratico può aiutare a chiarire il concetto. Supponiamo che un ETF abbia spese operative totali per 1 milione di euro e asset totali gestiti per 100 milioni di euro. In questo caso, il TER sarà:

TER=(€1M /€100M)=1%

Questo significa che ogni anno l’investitore paga l’1% del proprio investimento per coprire le spese operative dell’ETF.

Ora che abbiamo visto in termini generali cosa è il TER di un ETF, andiamo a vedere quali costi include nello specifico.

Cosa Include il TER?

Il TER (Total Expense Ratio) degli ETF include una serie di costi che sono essenziali per il funzionamento e la gestione del fondo.

Ecco un elenco delle principali spese coperte dal TER:

  1. Commissioni di Gestione: Queste sono le spese pagate alla società di gestione che amministra il fondo. Coprono i costi legati alla selezione e alla gestione degli asset del fondo.
  2. Spese Amministrative: Questi costi comprendono le spese legate alla tenuta dei registri, alla contabilità e ad altre funzioni amministrative essenziali per il funzionamento del fondo.
  3. Spese di Custodia: I costi associati alla custodia degli asset del fondo presso un custode o una banca. Questo garantisce che gli asset siano conservati in sicurezza e registrati correttamente.
  4. Costi di Marketing e Distribuzione: Alcuni ETF includono nel TER anche le spese per attività di marketing e distribuzione. Questi costi possono variare a seconda della strategia di marketing del fondo.
  5. Costi Legali e di Conformità: Le spese legali e i costi per garantire che il fondo sia conforme a tutte le normative vigenti.
  6. Altre Spese Operative: Altre spese varie che possono essere necessarie per il funzionamento quotidiano del fondo, come i costi di audit e consulenza.
  7. Costi per l’Hedging Valutario: Se l’ETF utilizza strategie di copertura per mitigare il rischio di cambio, i costi associati a queste operazioni sono inclusi nel TER. Questo è particolarmente rilevante per gli ETF che investono in asset denominati in valute diverse da quella di riferimento dell’investitore.

Cosa Non Include il TER?

Sebbene il TER copra molte delle spese operative di un ETF, ci sono alcuni costi che non sono inclusi in questa misura e che gli investitori devono considerare separatamente:

  1. Commissioni di Trading: Le commissioni pagate per l’acquisto e la vendita di quote dell’ETF sul mercato non sono incluse nel TER. Questi costi variano a seconda del broker utilizzato e delle condizioni di mercato. Scopri qui i migliori broker per ETF.
  2. Spread di Bid-Ask: La differenza tra il prezzo di acquisto (ask) e il prezzo di vendita (bid) delle quote dell’ETF rappresenta un costo implicito per l’investitore. Questo spread non è considerato nel calcolo del TER.
  3. Tasse: Le imposte sul reddito derivante dall’investimento, doppia tassazione, tasse locali o internazionali, non sono incluse nel TER. Gli investitori devono tener conto di questi costi separatamente.
  4. Costi di Cambio Valuta: Se l’ETF è denominato in una valuta diversa da quella dell’investitore, i costi di cambio valuta potrebbero applicarsi e non sono inclusi nel TER. (Nota che qua si parla di valuta di denominazione, che è una cosa diversa rispetto alla valuta

Comprendere ciò che è incluso e ciò che non è incluso nel TER è fondamentale per valutare accuratamente il costo totale di un investimento in ETF.

Quindi non dimenticarti di tutti questi costi quando devi scegliere l’ETF più adatto a te!

Come viene sottratto il TER?

Il Total Expense Ratio (TER) non è un costo che l’investitore paga direttamente tramite una fattura o una commissione separata. 

Il TER viene sottratto quotidianamente e in modo automatico dal valore degli asset dell’ETF (NAV). Questo processo è integrato nella gestione quotidiana del fondo e influenza il prezzo delle quote dell’ETF che l’investitore detiene.

Vediamo proprio come funziona nella pratica:

  1. Ogni giorno, il valore totale degli asset dell’ETF viene calcolato tenendo conto delle variazioni di prezzo degli strumenti finanziari in cui il fondo è investito.
  2. Una parte del TER annuale viene sottratta quotidianamente. Ad esempio, se il TER annuale di un ETF è dell’1%, una frazione di questa percentuale (1% diviso per 365 giorni) viene dedotta giornalmente dal valore degli asset del fondo.
  3. Il valore netto dell’asset (NAV) dell’ETF viene aggiornato quotidianamente dopo aver sottratto le spese operative giornaliere. Il NAV riflette quindi il valore delle quote dell’ETF, già al netto delle spese.

Facciamo un esempio pratico così da essere sicuri che sia tutto chiaro.

Supponiamo che un ETF abbia un TER annuale dell’1% e che il valore totale degli asset gestiti sia di 100 milioni di euro. Ogni giorno, l’ETF deduce una frazione di questo TER dagli asset gestiti:

  • TER annuale: 1%
  • TER giornaliero: 1% / 365 = 0,00274%

Ogni giorno, l’ETF sottrarrà lo 0,00274% del valore totale degli asset per coprire le spese operative. Se il valore degli asset è di 100 milioni di euro, la sottrazione giornaliera sarà di circa 2.740 euro.

Questa sottrazione quotidiana si riflette direttamente sul NAV dell’ETF, che verrà quindi ridotto per coprire le spese operative. Di conseguenza, il prezzo delle quote che l’investitore vede sarà già al netto di queste spese.

Cosa Influenza il TER di un ETF?

Ora che abbiamo capito come funziona e come viene sottratto il TER, vediamo quali fattori influenzano il TER.

C’è una ragione infatti se un ETF costa lo 0,05% e uno costa il 2%.

Non a caso, anche fondi della stessa casa emittente hanno costi molto diversi l’uno dall’altro.

Riprendendo gli esempi all’inizio di questo articolo, abbiamo visto che un l’iShares Core S&P 500 UCITS ETF ha un TER dello 0.07%, mentre l’iShares Global Clean Energy UCITS ETF ha un TER dello 0.65%.

La casa emittente è la stessa, ma i costi sono ben diversi (quasi un 10X di differenza!).

Cosa influenza dunque il TER di un ETF?

  • Dimensione del Fondo: ETF con una maggiore quantità di asset under management (AUM) tendono a beneficiare di economie di scala. I costi fissi di gestione e operativi vengono distribuiti su un maggiore numero di asset, riducendo il TER. Fondi più piccoli hanno meno asset su cui distribuire le spese fisse, quindi il TER può risultare più alto.
  • Azionari vs. Obbligazionari: ETF azionari generalmente hanno TER più elevati rispetto agli ETF obbligazionari a causa dei costi di gestione più alti associati alla selezione e alla negoziazione delle azioni.
  • Tematici vs. Broad Market: ETF tematici o settoriali, che seguono strategie di investimento specifiche o di nicchia, tendono ad avere TER più elevati rispetto agli ETF che replicano indici di mercato ampi.
  • Liquidità del Mercato: ETF che investono in mercati o asset meno liquidi possono affrontare costi di negoziazione più alti, influenzando il TER.
  • Strategia di Gestione: ETF gestiti passivamente, che replicano semplicemente un indice di mercato, generalmente hanno TER più bassi rispetto agli ETF gestiti attivamente, dove i gestori effettuano scelte di investimento attive per cercare di superare il mercato.
  • Uso di Derivati e Coperture: ETF che utilizzano strumenti derivati o strategie di copertura (hedging) per gestire il rischio possono avere costi operativi più alti, riflettendosi in un TER maggiore.

TER degli ETF – Conclusioni

Il Total Expense Ratio (TER) è un indicatore che rappresenta il costo complessivo annuo di gestione di un ETF. È espresso in percentuale e sottratto automaticamente dal rendimento dell’ETF, riducendo i guadagni complessivi per l’investitore.

Il TER si calcola sommando tutte le spese operative e di gestione sostenute dal fondo durante l’anno e dividendo questa somma per il totale degli asset gestiti dal fondo. Questo costo viene sottratto quotidianamente dal valore degli asset dell’ETF, influenzando direttamente il prezzo delle quote.

Il TER di un ETF dipende da diversi fattori come:

  • Dimensione del Fondo
  • Tipologia di Investimento (azionari, obbligazionari, tematici, settoriali, ecc.)
  • Strategia di Gestione (passiva vs. attiva, uso di derivati e coperture)

Il TER di un ETF è uno dei parametri principali per valutare un ETF, ma non l’unico. Scopri quali sono i più importanti nella nostra guida agli ETF.

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