Che cos’è un accordo prematrimoniale? Cosa può normare? È legale? Quali sono le alternative?
“Sposate la persona giusta. Questo singolo fattore determinerà il 90% della vostra felicità o infelicità. È fondamentale.”
Questa è una delle più celebri citazioni di Warren Buffett, uno degli investitori più famosi al mondo.
Dalla citazione appare piuttosto evidente che Buffett dà piuttosto peso alla scelta del partner giusto.
Partendo dal presupposto che tu stia sposando la persona giusta, vediamo come gli accordi prematrimoniali possono aiutarvi a vivere più serenamente la vostra relazione dal punto di vista economico.
Cosa è un accordo prematrimoniale
Un accordo prematrimoniale, noto anche come prenuptial agreement o patto prematrimoniale, o contratto prematrimoniale, è un contratto stipulato tra due persone prima del loro matrimonio.
Un accordo prematrimoniale può normare diverse questioni economiche, tra cui:
- Distribuzione dei beni – Stabilire come saranno divisi i beni acquisiti prima e durante il matrimonio in caso di separazione o divorzio.
- Debiti – Determinare la responsabilità per debiti preesistenti e acquisiti durante il matrimonio.
- Spese familiari – Definire come verranno gestite le spese durante il matrimonio, inclusi i contributi di ciascun coniuge.
- Alimenti – Stabilire se uno dei coniugi avrà diritto a un mantenimento e, se sì, in che misura e per quanto tempo.
- Proprietà di beni specifici – Identificare quali beni rimarranno di proprietà esclusiva di ciascun coniuge.
- Imprese e investimenti – Proteggere gli interessi di eventuali imprese o investimenti personali di uno dei coniugi.
- Eredità e successioni – Decidere cosa accadrà alle eredità o donazioni ricevute da uno dei coniugi.
- Figli da precedenti relazioni – Prevedere misure per proteggere i diritti finanziari dei figli da relazioni precedenti.
- Risoluzione delle controversie – Stabilire come saranno gestite eventuali controversie relative all’accordo.
Se non fosse ancora chiaro, l’obiettivo principale di un accordo prematrimoniale è quindi quello di evitare conflitti nel caso in cui dovessero esserci dei disaccordi su come gestire le finanze familiari.
Questi accordi sono piuttosto diffusi nei paesi anglosassoni, ma come funziona in Italia?
È legale fare un accordo prematrimoniale in Italia?
Diciamolo subito chiaro e tondo, in Italia non funziona come negli Stati Uniti.
La legislazione italiana infatti non dà la possibilità di stipulare contratti prematrimoniali che regolino anticipatamente gli aspetti economici di un matrimonio.
Secondo il codice civile italiano infatti i diritti e i doveri che nascono dal matrimonio non sono negoziabili e non possono essere oggetto di accordi privati.
Di conseguenza, qualsiasi patto prematrimoniale che tenti di stabilire in anticipo le condizioni economiche durante il matrimonio e in caso di separazione o divorzio è considerato nullo e privo di effetti legali.
Questo significa che in Italia, a differenza di altri paesi, non è possibile utilizzare un accordo prematrimoniale per proteggere i propri beni o per stabilire le condizioni di mantenimento in caso di fine del matrimonio. I tribunali italiani hanno ripetutamente confermato che tali accordi violano il principio secondo cui il matrimonio non è un contratto ma un atto personale, e che i diritti e i doveri che ne derivano sono stabiliti dalla legge e non sono disponibili alla negoziazione privata.
Cosa permette la legislazione italiana
Cosa si può fare dunque se si vuole inserire qualche regola nella gestione finanziaria familiare?
Nonostante in Italia i patti prematrimoniali siano considerati nulli, la legislazione italiana consente comunque alcune forme di accordi patrimoniali tra coniugi. Questi accordi, però, devono rispettare i limiti imposti dalla legge e non possono interferire con i diritti e i doveri fondamentali derivanti dal matrimonio, come l’obbligo di fedeltà, convivenza, e reciproca assistenza morale e materiale.
Ad esempio, è possibile per i coniugi modificare il regime patrimoniale della loro unione, scegliendo tra la comunione dei beni e la separazione dei beni. Inoltre, è consentito stipulare accordi riguardanti specifiche questioni patrimoniali, come la restituzione di somme spese per la ristrutturazione di una casa di proprietà di uno solo dei coniugi, o la regolamentazione di mutui e altre questioni economiche, purché tali accordi non prevedano clausole che disciplinino in anticipo le conseguenze economiche di una futura separazione o divorzio.
La Corte di Cassazione ha in alcune occasioni riconosciuto la validità di accordi stipulati tra coniugi durante il matrimonio, purché riguardino situazioni specifiche e non violino i principi inderogabili del diritto matrimoniale. Tuttavia, ogni accordo deve essere valutato con attenzione per evitare il rischio di nullità.
Quali sono le alternative ai patti prematrimoniali
Una delle alternative probabilmente la conosci già: la separazione dei beni. Con questo regime patrimoniale infatti, i coniugi mantengono la proprietà esclusiva dei beni acquisiti durante il matrimonio, evitando che questi diventino parte del patrimonio comune in caso di separazione.
Un’altra alternativa sono i fondi patrimoniali. Si tratta di uno strumento giuridico che consente ai coniugi di destinare determinati beni, come immobili o somme di denaro, al soddisfacimento dei bisogni della famiglia. I beni inclusi nel fondo patrimoniale sono protetti da eventuali azioni legali da parte dei creditori per debiti che non riguardano le necessità familiari.
I coniugi possono anche stipulare donazioni o contratti di compravendita tra loro per regolare la proprietà di specifici beni, sempre nel rispetto delle norme giuridiche italiane.
Questi strumenti possono essere utilizzati per trasferire proprietà o regolare gli aspetti patrimoniali della vita coniugale, ma devono essere attentamente formulati per evitare rischi di nullità o contestazioni future.
C’è un’altra alternativa ai patti prematrimoniali. Sembrerà strano, ma un’alternativa curiosa è non sposarsi proprio.
In Italia infatti non è possibile fare accordi tra coniugi, ma è possibile fare accordi tra conviventi.
Cosa è un accordo di convivenza
Se siete semplici conviventi, vi farà piacere scoprire che grazie alla Legge Cirinnà in Italia puoi stipulare un accordo di convivenza. Questo contratto permette alle coppie non sposate, sia eterosessuali che omosessuali, di regolare vari aspetti della loro vita in comune, inclusa la gestione economica e patrimoniale, e di stabilire le conseguenze economiche in caso di cessazione della convivenza.
L’accordo di convivenza può quindi includere clausole riguardanti la divisione delle spese, la proprietà dei beni acquistati durante la convivenza, e addirittura regolamentare il mantenimento in caso di rottura della relazione
Questo tipo di contratto rappresenta quindi una valida alternativa per coloro che scelgono di non sposarsi ma desiderano comunque tutelare i propri interessi patrimoniali all’interno della relazione.
Se invece vuoi proprio sposarti o sei già sposato, potresti valutare la separazione dei beni. Per capire come funziona facciamo un rapido confronto con tra Comunione e Separazione dei beni.
Comunione vs Separazione dei beni nel matrimonio
Vista l’impossibilità di siglare un contratto prematrimoniale, la scelta potrebbe essere quella ripiegare sulla separazione dei beni. Quali sono le differenze tra comunione e separazione dei beni?
Queste due opzioni determinano come i beni acquisiti durante il matrimonio (nota il durante) saranno gestiti e suddivisi tra i coniugi.
Comunione dei beni
Con questo regime, tutti i beni acquistati dai coniugi durante il matrimonio, ad eccezione di quelli ricevuti in donazione o eredità, diventano automaticamente di proprietà comune. In caso di separazione o divorzio, questi beni verranno divisi equamente tra i due coniugi. La comunione dei beni è il regime patrimoniale legale standard in Italia e viene quindi applicato automaticamente a meno che due coniugi non scelgono diversamente (si può fare sia al momento del matrimonio che successivamente, vedi sotto).
Separazione dei beni
Nella separazione dei beni invece ciascuno mantiene la proprietà esclusiva dei beni acquistati individualmente durante il matrimonio. Questo significa che in caso di separazione o divorzio, ciascun coniuge mantiene i propri beni senza doverli dividere con l’altro. La separazione dei beni può essere scelta al momento del matrimonio o in qualsiasi momento successivo, con un’apposita dichiarazione notarile.
Accordi Prematrimoniali – Conclusioni
Facciamo un breve riassunto di quello che ci siamo detti:
- Gli accordi prematrimoniali in Italia sono considerati nulli e non possono essere utilizzati per regolare anticipatamente le conseguenze economiche di un eventuale divorzio.
- La legislazione italiana consente invece altre forme di accordi patrimoniali tra coniugi, come la scelta tra comunione e separazione dei beni, e l’uso di strumenti come i fondi patrimoniali.
- Gli accordi di convivenza rappresentano un’alternativa legale valida per le coppie non sposate,
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