Beta (finanza) – Cosa è e come usarlo

Cos’è il Beta in finanza? Come si calcola? Perché è importante?

Come misurare il rischio di un’azione rispetto al mercato? Il Beta serve proprio a misurare questo.

Il Beta è uno strumento utile per valutare come e quanto volatile è un titolo rispetto all’andamento generale del mercato.

Ma cos’è il Beta? Come funziona? Come si calcola? Quali sono i limiti di questo parametro? Scopriamolo.

Cos’è il Beta?

Se ti stai approcciando solo ora al mondo degli investimenti, il “Beta” potrebbe non essere molto chiaro. Ma non preoccuparti, iniziamo dalle basi: cos’è il Beta?

In finanza, il Beta è una misura che ci aiuta a valutare il rischio associato a un determinato investimento. Più precisamente, il Beta misura quanto un titolo, come un’azione, è sensibile alle fluttuazioni di un benchmark, di solito il mercato nel suo complesso. In altre parole, il Beta ci aiuta a capire quanto un investimento sia volatile rispetto all’andamento generale del mercato.

Il Beta è spesso utilizzato per valutare il rischio sistemico di un investimento, ovvero la correlazione tra il mercato e la singola azione.

Il Beta può assumere diversi valori, ognuno dei quali fornisce informazioni sul rischio relativo di un investimento rispetto al mercato di riferimento. 

Un Beta superiore a 1 indica che l’investimento è più volatile rispetto al mercato di riferimento. Ad esempio, se un titolo ha un Beta di 1,5 significa che questo tende a muoversi del 50% in più rispetto alle fluttuazioni del mercato. Questo suggerisce un maggiore potenziale di guadagno, ma anche un maggiore rischio.

Un Beta di 1 indica che l’investimento segue il mercato di riferimento in modo proporzionale. Questo significa che il titolo è in linea con il mercato e ha la stessa volatilità. È considerato neutrale in termini di rischio rispetto al mercato.

Un Beta inferiore a 1 indica che l’investimento è meno volatile rispetto al mercato. Ad esempio, un Beta di 0.8 suggerisce che il titolo è meno volatile del 20% rispetto al mercato. Questo può essere visto come un indicatore di maggiore stabilità, anche se potrebbe comportare rendimenti potenzialmente inferiori.

Un Beta di 0 indica che non c’è relazione tra l’andamento del titolo e il mercato di riferimento. Questo potrebbe essere il caso di investimenti che sono isolati dai movimenti del mercato, come ad esempio alcuni tipi di obbligazioni.

In rari casi il Beta può essere negativo. Questo suggerisce che l’investimento è inversamente correlato al mercato, il che significa che tende a muoversi in direzione opposta rispetto alle fluttuazioni del mercato. Un Beta negativo può essere visto come una copertura o un modo per diversificare il portafoglio.

Perché il Beta è Importante?

Ora che sappiamo cos’è il Beta, andiamo a vedere perché questo parametro è così rilevante nel mondo degli investimenti, soprattutto per chi è alle prime armi.

Il Beta è uno strumento che ti aiuta a valutare il rischio associato a un investimento. Un Beta più alto indica una maggiore volatilità, mentre un Beta più basso indica una minore volatilità. Questa informazione è preziosa perché ti consente di valutare quanto il prezzo di un titolo può oscillare in relazione alle variazioni del mercato.

Investimenti con un Beta elevato possono essere più rischiosi, mentre quelli con un Beta basso tendono a essere più stabili.

Il Beta è uno strumento chiave per costruire un portafoglio diversificato. Un portafoglio diversificato comprende una varietà di asset con differenti livelli di Beta. Questa diversificazione aiuta a bilanciare il rischio. Investendo in titoli con Beta diversi, puoi ridurre il potenziale impatto di eventi di mercato specifici su tutto il tuo portafoglio.

Il Beta è un fattore da considerare anche in relazione alla propria propensione al rischio. Se sei più avverso al rischio, potresti preferire titoli con un Beta più basso. Al contrario, se sei disposto a correre rischi maggiori per ottenere rendimenti potenzialmente più elevati, potresti essere interessato a titoli con un Beta più alto.

Il Beta può anche aiutarti a valutare anche le performance di un gestore di fondi o un consulente finanziario. Se hai chiesto di adottare un approccio aggressivo con il tuo portafoglio di investimento, ma scopri che il Beta del tuo portafoglio è inferiore a 1, ecco che probabilmente la strategia adottata dal gestore o dal consulente potrebbe non essere poi così aggressiva.

Ugualmente, se hai un profilo di rischio conservativo e ti rendi conto che il tuo portafoglio ha un Beta molto alto, ecco che probabilmente è stato commesso qualche errore a livello di progettazione del portafoglio.

Come si calcola il Beta?

Ora che abbiamo visto cos’è il Beta e perchè è importante conoscerlo, andiamo a vedere come calcolarlo.

Il Beta si calcola confrontando l’andamento di un titolo con l’andamento di un benchmark o di un indice di mercato.

Nello specifico la formula per il calcolo del Beta è:

Beta (β) = Covarianza (Rendimento del Titolo, Rendimento del Mercato) / Varianza (Rendimento del Mercato)

Ora che abbiamo visto la formula, cerchiamo di capire come calcolare il Beta passo per passo.

Il primo passo è ottenere i rendimenti storici del portafoglio o del titolo da analizzare e del mercato di riferimento. Questi rendimenti possono essere giornalieri, mensili o annuali, a seconda delle tue preferenze.

Il secondo passo è il calcolo della covarianza. Puoi calcolarla utilizzando software finanziari o fogli di calcolo. Per esempio, in Excel puoi usare la funzione =COVARIANCE.P(array1,array2) inserendo le serie di dati del titolo e del mercato riferimento.

Il terzo passo è il calcolo della varianza dei redimenti del mercato. Anche in questo caso puoi calcolarla con un software o con un foglio di calcolo. In Excel puoi usare la funzione =VAR.P(num).

La varianza rappresenta la dispersione dei rendimenti del mercato. In altre parole, quanto è volatile il mercato di riferimento.

Il quarto e ultimo passo è il calcolo del Beta. Ora che hai la covarianza e la varianza del mercato, puoi semplicemente dividerle per ottenere il Beta.

Facciamo un’esempio pratico per cementare ulteriormente le informazioni.

Supponiamo di avere un titolo chiamato “Azienda X” e vogliamo calcolarne il Beta rispetto al mercato di riferimento, rappresentato dall’indice S&P 500.

i rendimenti storici giornalieri di “Azienda X” e dell’indice S&P 500 per un periodo di un anno sono:

   – Rendimento di “Azienda X”:

     – Giorno 1: +0.5%

     – Giorno 2: -1.2%

     – Giorno 3: +0.8%

     – …

     – Giorno 252: +1.0%

   – Rendimento dell’indice S&P 500:

     – Giorno 1: +0.7%

     – Giorno 2: -0.9%

     – Giorno 3: +0.6%

     – …

     – Giorno 252: +1.2%

Utilizziamo questi dati per calcolare la covarianza tra i rendimenti di “Azienda X” e l’indice S&P 500. Supponiamo che la covarianza sia 0.00015.

Calcoliamo anche la varianza dei rendimenti dell’indice S&P 500. Supponiamo che la varianza sia 0.00025.

Ora possiamo utilizzare la formula del Beta:

   Beta (Azienda X) = Covarianza (Rendimento di “Azienda X”, Rendimento dell’indice S&P 500) / Varianza (Rendimento dell’indice S&P 500)

   Beta (Azienda X) = 0.00015 / 0.00025 = 0.6

Il Beta di “Azienda X” rispetto all’indice S&P 500 è 0.6. Questo significa che, in media, “Azienda X” è meno volatile del mercato di riferimento.

Pro e Contro di Beta come Misura del Rischio

Ora che abbiamo capito come calcolare il Beta, è importante considerare i pro e i contro di utilizzare il Beta come misura del rischio negli investimenti. Come per qualsiasi strumento finanziario, il Beta ha i suoi vantaggi e svantaggi. Andiamo a scoprirli.

Vantaggi di utilizzare il Beta:

  • Il Beta è un indicatore relativamente semplice da calcolare e da comprendere. Questa semplicità lo rende accessibile anche agli investitori alle prime armi.
  • Il Beta consente il confronto immediato tra diversi titoli in modo da valutare quale sia più o meno volatile rispetto al mercato. Questo aiuta gli investitori a selezionare titoli che si adattano meglio alla loro propensione al rischio.
  • Il Beta è uno strumento prezioso per costruire un portafoglio diversificato, bilanciando titoli ad alto Beta con quelli a basso Beta.

Contro di utilizzare il Beta

  • Il Beta si concentra sulla volatilità rispetto al mercato e non tiene conto di altri tipi di rischio.
  • Il Beta utilizza dati storici dei rendimenti, il che significa che non tiene conto delle condizioni attuali o future del mercato. Ciò può portare a una valutazione distorta se le condizioni del mercato cambiano drasticamente.
  • Il Beta di un titolo può variare nel tempo, rendendo necessario il monitoraggio regolare. 

Riassumendo, il Beta è uno strumento utile per valutare il rischio relativo di un investimento. Tuttavia, come abbiamo visto, presenta numerose limitazioni. Di conseguenza potrebbe essere saggio affiancare la misurazione del Beta del portafoglio o del titolo con altri parametri per misurare il rischio.

Andiamo a vedere le alternative al Beta.

Alternative al Beta per stimare il rischio

Volatilità

La volatilità è una misura della dimensione e della frequenza delle oscillazioni del prezzo di un titolo.

Una volatilità più elevata indica una maggiore variabilità e quindi un potenziale rischio più elevato. Gli investitori spesso monitorano la volatilità per comprendere come gli asset finanziari si comportano in diverse condizioni di mercato. Un’analisi della volatilità può essere utile per individuare periodi di maggiore incertezza o stress del mercato e adottare strategie adeguate per mitigare il rischio.

La volatilità è calcolata mediante la deviazione standard dei rendimenti di un titolo in un dato periodo. Quindi la volatilità è una misura molto rapida e semplice da calcolare.

Value at Risk (VaR)

Il Value at Risk è una misura statistica che stima la massima perdita potenziale che un investimento o un portafoglio potrebbe subire entro un certo intervallo di confidenza e un periodo di tempo specifico. Ad esempio, un VaR del 5% a 30 giorni di $10.000 indica che c’è una probabilità del 5% che la perdita massima sia superiore a $10.000 entro i successivi 30 giorni.

Il VaR fornisce una visione sintetica del potenziale rischio di perdita e viene utilizzato per valutare la robustezza di un portafoglio o di un investimento in scenari di stress. Gli investitori possono adattare il livello di confidenza e il periodo di tempo del VaR in base alla loro tolleranza al rischio e alle esigenze specifiche.

Sharpe e Sortino Ratio

Lo Sharpe Ratio e il Sortino Ratio sono due indicatori che misurano il rendimento di un investimento rispetto al rischio assunto. Permettono di stimare l’extra rendimento rendimento del portafoglio rispetto al tasso privo di rischio (solitamente il rendimento di un titolo di Stato Americani o Tedeschi) e alla volatilità del portafoglio. Uno Ratio più elevato indica un miglior rapporto tra rendimento e rischio.

Questi due indicatori sono molto simili. La differenza sostanziale tra questi due parametri sta nel calcolo della volatilità. Nel caso dello Sharpe Ratio la volatilità viene calcolata genericamente come la deviazione standard dei rendimenti. Nel Sortino Ratio invece si tiene conto solo della volatilità negativa.

In altre parole, lo Sharpe Ratio considera nel rischio sia la volatilità positiva, che negativa, mentre il Sortino Ratio considera nel rischio solo la volatilità negativa.

Beta – Conclusioni

Il Beta è una misura chiave utilizzata nell’ambito degli investimenti per valutare la volatilità relativa di un titolo rispetto al mercato di riferimento, di solito rappresentato da un indice come l’S&P 500.

Il Beta può assumere valori diversi. Un Beta maggiore di 1 indica una maggiore volatilità rispetto al mercato, mentre un Beta inferiore a 1 suggerisce una minore volatilità.

 Il Beta è importante perché aiuta gli investitori a comprendere come un investimento risponde alle fluttuazioni del mercato e a bilanciare il rischio nei loro portafogli. Ad esempio, un investitore con una bassa tolleranza al rischio potrebbe preferire titoli con Beta bassi, mentre uno più incline al rischio potrebbe cercare titoli con Beta elevati. Tuttavia, il Beta ha limitazioni, poiché si basa su dati storici e non tiene conto di tutti i tipi di rischio. Per valutare il rischio di un portafoglio gli investitori dovrebbero utilizzare il Beta insieme ad altre metriche come volatilità, Value at Risk, Sharpe e Sortino Ratio.

Se vuoi approfondire di più sull’argomento ti invito a leggere questo articolo:

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